Ciao ragazze, di recente da Mac ho annusato i profumi dedicati ai nomi dei suoi celebri rossetti. La famosa casa cosmetica ha pensato di abbinare i suoi sei rossetti più iconici ad altrettante fragranze ispirate proprio dalle famigerate nuance degli amati lipstick.
Si inizia dall’inflazionato retro matte Ruby Woo, caratteristico rosso brillante ultra matte a cui hanno creato un boisé floreale. C’è da dire che come boisè floreale ha un sentore di pelle di fondo che ho trovato meno scontato di quanto pensassi.. Non è male devo dire. Non posso dire altrettanto per l’altro matte famoso: “Candy Yum Yum”.
Un profumo fruttato floreale gourmand in teoria, ma visto e rivisto, scontatissimo alla Tesori d’Oriente o “Erbolario docet”! Mi perdoni l’Erbolario, ne ho presi diversi per la festa della mamma, non mi dispiacciono ma in fatto di profumi sono molto esigente e cerco sempre la nicchia o l’artigianato puro.
L’alta profumeria è chimica pura unita all’estro c’è poco da discutere, la regina Maria Antonietta e ancor prima Caterina dei Medici sono state le pioniere della profumeria di nicchia a 360 gradi…
Lady Danger un mix di note floreali e orientali, scontato anch’esso.
Il mio preferito in assoluto è Heroine sorprendente profumo a base di zafferano, incenso e cuoio marocchino simile ad un Tom Ford, molto mascolino, potente.
Mi è stato detto che è quello che piace di meno al pubblico femminile ma, secondo il mio modesto parere, è molto d’effetto forse androgino ma di carattere. Sembra il profumo di quelle donne che non si vergognano di ambire a posti di comando lavorativamente parlando, anzi lo fanno come missione della propria vita.
Velvet Teddy è miele puro, devo dire che è particolare, molto dolce quasi cipriato.
L’ultimo è Crème d’Nude che è un mix di ambra e muschio senza infamia e senza lode.
Sapete quanto per me sia importante l’olfatto… E’ il senso più primitivo e più precoce in assoluto, è stato riscontrato che l’epitelio olfattivo e i suoi innumerevoli recettori si formano tra l’ottava e l’undicesima settimana di gestazione. Ho fatto una ricerca e si è scoperto che il feto è in grado di distinguere gli odori del liquido amniotico.
Sin dagli anni Settanta, periodo in cui trionfava il patchouli e gli odori dell’India, si era scoperto tramite esperimenti fatti dalle prime ore di vita dei neonati che quest’ultimi riescono a riconoscere l’odore della madre.
Appena nati riconoscono la madre dal profumo del seno, del collo, del suo latte, una percezione che li nutre e li rassicura perché affine a quella sperimentata nella vita prenatale.
L’altra sera ho riletto il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il discorso è lungo, ma era il libro preferito di mio papà e quando ho bisogno di ricordare le mie radici tengo a rileggere le cose che rappresentano il mio passato.
Tornando al libro ho notato il nesso tra olfatto e letteratura.
Fateci caso, vi cito i passi:
”piacere forte benché non delicato”, “dai succhi vigorosi e indolenti della terra siciliana, che distillano un aroma denso e quasi turpe”, ”straripante sentore di alcova”,. “Il Principe se ne pose sotto il naso- scrive- e gli sembrò di odorare la coscia di una ballerina dell’Opera”.
Luchino Visconti, che è stato il regista del Gattopardo, uomo di una cultura e raffinatezza senza pari, amante tra l’altro dei profumi di nicchia firmati Diptique, crea in tutto il film questo connubio di odori e sensi per descrivere i suoi personaggi.
La bella Sicilia fa da cornice con le sue zagare, magnolie, bergamotto, agrumi, gelsomini, rose, terra da forti contrasti, grandi passioni, e questa sensualità intensa, cui Visconti rimanda, crea un’atmosfera olfattiva, che secondo il mio modestissimo parere, rafforza la capacità interpretativa dei suoi protagonisti.
Se ci pensate Oscar Wilde apre il ritratto di Dorian Grey con la descrizione del profumo delle rose nella stanza di Dorian. Perchè secondo voi? Per descrivere in maniera sottile che abbiamo di fronte un esteta.
Altro esempio Carducci che abbina l’ olfatto al gusto in San Martino descrivendo il profumo del mosto.
“ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.”
Un altro poeta cui ho fatto caso che abbina addirittura il tatto all’olfatto è Cortàzar.
“Giocano nei loro recinti là dove un’aria pesante va e viene col suo profumo antico e il suo silenzio. Allora le mie mani cercano di immergersi nei tuoi capelli, di accarezzare lentamente la profondità dei tuoi capelli mentre noi ci baciamo come se avessimo la bocca piena di fiori o di pesci, di movimenti vivi, di fragranze oscure.”
Tecnicamente si tratta di sinestesia, termine che proviene dal greco e significa ”percepire insieme”, ci sono persone che, sollecitate da uno stimolo acustico, evocano contemporaneamente un’altra modalità, olfattiva, tattile, visiva. Sentono le note musicali come colori, avvertono il profumo delle parole o dei numeri.. Diversi neuroscienziati ipotizzano che la sinestesia sia presente in tutti i neonati e che scompaia poi nella maggior parte di essi (ad eccezione di circa il 4% della popolazione), con una progressiva specializzazione e differenziazione dei singoli sensi.
L’ho voluto citare perché in realtà abbinare i sensi insieme è più frequente di quanto possiamo pensare.
Ho citato Carducci e Cortazar ma l’ho letto in Pascoli quando parla del gelsomino e lo abbina al gusto, oppure Neruda e Gozzano con la vista, Montale con l’udito e Boudelaire secondo me è l’apoteosi della sinestesia.
In quasi tutte le sue poesie associa l’olfatto ad un senso, anzi, molte volte abbina tutti e cinque i sensi.
Leggete Corrispondenze:
Il est des parfums frais comme de chairs d'enfants,
Doux comme les hautbois, verts comme les prairies,
—Et d'autres, corrompus, riches et triomphants,
Ayant l'expansion des choses infinies,
Comme l'ambre, le musc, le benjoin et l'encens,
Qui chantent les transports de l'esprit et des sens.
Profumi freschi come la pelle d'un bambino
vellutati come l'oboe e verdi come i prati,
altri d'una corrotta, trionfante ricchezza
che tende a propagarsi senza fine- così
l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
In questa terzina l'uso della sinestesia crea una particolare unità fatta di sensi che si alternano creando una fusione.
Ad esempio l’oboe è uno strumento e richiama l’udito, il verde è un colore e richiama la vista etc etc..
Noi siamo persone, fatte di tutti i cinque sensi, fatte di spirito che è in perenne relazione con il nostro corpo.
L’armocromia ci aiuta a capire i nostri colori migliori che natura ci ha dato per capirci di piu, per velocizzare i nostri tempi e per semplificare la nostra vita. Ma le stagioni sono fatte non solo dei loro colori ma anche dei loro profumi, dei loro frutti e raccolti. Ad esempio non ho mai visto un cocomero in pieno inverno e non penserò mai all’odore di un caminetto acceso il 15 di agosto. Tutte queste riflessioni vanno poi fuse con il nostro vissuto, i nostri ricordi, la nostra vita che corre su binari paralleli.
La difficoltà risiede in questo, nel capirci e questa è l’eterna partita che dobbiamo affrontare quotidianamente:” capire noi stessi per poter vivere insieme agli altri”. Colori, profumi, arte, moda, letteratura servono ad allietarci la vita e a farci capire meglio piccoli nessi.
Spero che queste riflessioni possano esservi utili.
Un abbraccio virtuale
Giusy dG per Rossetto e Merletto
Articolo veramente interessante e piacevole . Come sempre hai dato prova di grande passione in quello che fai .
RispondiEliminaTi mando un grande bacio.
Francy Fra