Quante sono le donne quanto hanno sofferto nei secoli sotto
il nome di mode erano solo "barbarie culturali" per sottometterle
....Il loto d'oro, mi ha colpita profondamente , nato per dare l'andatura
fluttuante sotto la dinastia dei Qing (1644-1912),comprimevano le dita delle
bambine per rendere il piede a forma di mezza luna lungo massimo 7 cm ! Secondo
me era un modo per non farle camminare e rendere dipendenti , ma è solo un mio
pensiero a voce alta.
Perché questa pratica ebbe modo di diffondersi vi chiederete
voi.
Allora storicamente i
piedi piccoli, in Cina, erano divenuti un sinonimo di status sociale benestante
o quanto meno lo garantivano. L’uomo apprezzava i piedi piccoli, li trovava
erotici ed affascinanti, ed era pronto a pagare un lauto prezzo per una moglie
o concubina con questa caratteristica. Ecco perché la pratica si diffuse a
macchia d’olio anche fra le classi più povere, chi fasciava i piedi alle figlie
garantiva loro un futuro agiato. Le donne con i piedi normali erano destinate a
lavorare nei campi, a far le serve ed a restare povere. In sostanza la pratica
del Loto d’oro serviva anche a dimostrare la sottomissione e la docilità della
donna, la sua tempra contro il dolore e forse anche il coraggio, ma si tratta
di una nota secondaria poiché le bambine veniva sottoposte da piccole a questa
pratica contro la loro volontà ovviamente. La sottomissione si traduceva in
dipendenza e debolezza, sottolineate dall’andatura precaria ed oscillante della
donna adulta con piedi da bambina piccola. Impossibilitata ad allontanarsi da
casa, soprattutto da sola ed a condurre una vita pubblica, in compenso la donna
governava rigidamente la propria casa, dominando sui figli ma soprattutto sulle
figlie e sulla nuora. Se si trattava della donna più anziana della famiglia
spettava a lei il compito di guidare la fasciatura delle ultime nate.l Loto
d’oro era una pratica dolorosa e sovente pericolosa poiché le infezioni erano
sempre in agguato e capitava spesso che le donne si ammalassero di setticemia o
che i piedi andassero in cancrena.
La tecnica del Loto d’oro consisteva per l’appunto nel
fasciare il piede in modo molto stretto, per cui le dita del piede venivano
piegate verso la pianta e poi il piede arcuato di modo che la pianta toccasse
il tallone ad assumere la forma di una mezzaluna. Il piede veniva quindi
cosparso di allume e fasciato saldamente, infine vi veniva posta sopra una
pesante pietra in modo che le ossa si rompessero e si saldassero nella nuova
posizione. Il procedimento del Loto d’oro durava tutta la vita fra fasciature sempre
strettissime e scarpine rigide, ma la fase iniziale della deformazione durava
dai 3 ai 10 anni. Il piede fasciato non doveva assolutamente superare i 10
centimetri. Le bambine venivano iniziate alla pratica solitamente verso fra i 2
ed i 7 anni. Naturalmente la bambina dai piedi fasciati iniziava ben presto a
ricamare e confezionare le proprie scarpine che andavano a completare il suo
corredo di sposa.
L'usanza si diffuse inizialmente fra le classi più facoltose
della popolazione, per motivi estetici. Ma presto cambiò significato,
diventando simbolo di status sociale: una donna con i piedi fasciati,
impossibilitata a svolgere lavori pesanti o rurali, aveva un marito facoltoso.
Per questo stesso motivo, la pratica cominciò a diffondersi nelle classi meno
abbienti che potevano dare in sposa una figlia ad una famiglia facoltosa,
stabilendo legami interfamiliari che aumentavano il prestigio della propria
famiglia. Le ragazze povere venivano anche vendute come concubine e il prezzo
era legato alle dimensioni e alla perfezione dei piedi. L'usanza era tramandata
da madre in figlia. La pratica fu incoraggiata dal Confucianesimo, che vedeva
nel Loto d'oro una dimostrazione perfetta di sottomissione della donna
all'uomo, che legava le donne molto più delle pratiche di menomazione sessuale
diffuse in altre zone del mondo. Le donne con i piedi fasciati erano
fisicamente dipendenti dal loro uomo, ed era estremamente difficile
allontanarsi dalla propria casa a causa della difficoltà di equilibrio. Alla
fine la pratica divenne così popolare che una donna che non aveva i piedi
fasciati non aveva speranza di contrarre un buon matrimonio, tra le classi meno
agiate era addirittura impossibile sposarsi. Era l'unica cosa che una donna
rispettosa, e una madre premurosa, avevano obbligo di pensare. Una buona
fasciatura dei piedi sostituiva qualunque altra dote di una donna: garantiva
che la sposa avrebbe compiaciuto in ogni modo il marito, pur di non essere
ripudiata, era prova di un'alta sopportazione del dolore, era dimostrazione di
coraggio, era simbolo di docilità caratteriale.
I piedi così deformati erano coperti da minuscole scarpine
lavorate, fabbricate dalla donna per esaltare la forma del piede e per mostrare
le sue doti artigianali; erano accuratamente disegnate per evidenziare la forma
arcuata ed appuntita del piede. Ogni scarpina era una forma d'arte ed un
passaporto della donna. La dimensione del piede, e la struttura della scarpa
dicevano tutto ciò che era necessario su di una donna: la sua capacità di
sopportare il dolore, le sue abilità casalinghe.

Il piede fasciato, piccolo e a forma di mezzaluna, suscitava
un forte impulso erotico negli uomini cinesi, che bramavano toccarlo.
Esistevano diverse tecniche di manipolazione e il piede veniva anche portato
alla bocca. La punta dei piedi che sporgeva dall'orlo dei pantaloni, spesso
sottolineato da un bordo colorato, svolgeva la stessa funzione dei seni in
Occidente, stimolando l'immaginazione e partecipando al gioco del mostrare e
nascondere.
Le difficoltà di deambulazione costringevano ad un'andatura
oscillante, come del resto fanno i tacchi a spillo, e mantenevano i muscoli
delle gambe sempre in tensione, modellandole. Gli uomini ritenevano che la
diversa andatura stimolasse l'ingrossamento dei muscoli adduttori delle gambe
(muscoli che avvicinano le gambe fra loro, chiamati in occidente ''defensor
verginitatis'') provocando così un restringimento della vagina.
Tuttavia c'era anche un aspetto tutt'altro che sexy: il
piede deformato, senza le belle scarpine, era assai meno piacevole a vedersi,
nelle pieghe il sudore e la pelle morta si combinavano a sovrapposizioni
batteriche e micotiche. Spesso l'appoggio sbagliato, l'accavallarsi delle dita,
la crescita delle unghie, la circolazione inevitabilmente rallentata, causavano
ulcere pus e odore molto sgradevole. La cura quotidiana non bastava a prevenire
questi inconvenienti. Perciò, sebbene le donne consentissero al marito (e a lui
solo) di toccare i loro piedi, mai si sarebbero mostrate in sua presenza prive
di calzature o delle fasce.
Promotori dell'abolizione della fasciatura e
dell'emancipazione femminile, furono i Taiping, i missionari cristiani, gli
intellettuali e tutti coloro che vennero in contatto con la cultura
occidentale. Anche i Giapponesi, nella Taiwan occupata, promossero la
liberazione della donna, soprattutto al fine di sfruttarne la forza lavoro.
In ultimo, la pratica fu abolita ufficialmente da un decreto
imperiale del 1902, ma ci vollero 50 anni affinché la pratica scomparisse
gradualmente. Il popolo, infatti, offrì molta resistenza al cambiamento delle
usanze. Sorprendentemente, furono soprattutto le donne e gli strati più poveri
della popolazione a continuare la pratica, per i suoi vantaggi in ambito
sociale. Finalmente nel 1912 furono introdotti 1.915 ispettori per dare multe a
chiunque fasciasse i piedi alle figlie. Nel film ''La locanda della Sesta
Felicità'' del 1958, si parla di una missionaria laica inglese, interpretata da
Ingrid Bergman. La vicenda è ambientata in un piccolo villaggio, allo scoppio
della seconda guerra mondiale. Il mandarino locale nomina la donna ''ispettrice
pedale'' (sic) e la manda nei villaggi più sperduti per convincere i
recalcitranti abitanti a cessare la pratica della deformazione dei piedi.
Quando gli uomini cominciarono a preferire i piedi grandi,
per le donne con i piedi fasciati fu una seconda tragedia, perché videro
vanificati anni di sofferenze e aspettative. Alcune di loro, le ultime
sottoposte a tale pratica, fecero in tempo a fermarsi a metà processo, non
fecero il sognato matrimonio nell'alta società, ma se non altro riuscirono ad
evitare l'invalidità, potendo lavorare nei campi.
Se il Loto d’oro fu un trauma, la sua scomparsa lo fu
ugualmente perchè improvvisamente le donne dai piedi piccoli si ritrovarono
sperdute, derise e considerate deformi. Ancora oggi è possibile trovare delle
scarpine in miniatura, nei mercati e nei negozi in cui ancora si confezionano
per le donne anziane che ancora vivono le conseguenze della pratica del Loto
d’oro.
R &M
Nessun commento:
Posta un commento